Stupiscono molto le polemiche che stanno montando in merito al caso della giudice Apostolico. Passino le strumentalizzazioni di certa magistratura, come sempre impegnata a voler difendere a tutti i costi i propri privilegi mentre è, al contempo, intenta a mettere alla gogna questo o quel politico. Ci siamo abituati, soprattutto noi socialisti. Ciò che però lascia senza parole sono le reazioni di certi partiti che, per mera propaganda contro la Presidente Meloni, il ministro Salvini e il governo di centrodestra, difendono un comportamento oltremodo sbagliato e dannoso per la nostra democrazia.
I magistrati non sono cittadini come gli altri, godono di prebende e benefit non comuni proprio in virtù della funzione estremamente delicata che svolgono, perché la loro presunta terzietà non dovrebbe essere messa in discussione per nessun motivo. D’altronde, se quello delle ‘porte girevoli’ è un tema da tempo centrale nel dibattito pubblico, il motivo è dovuto proprio al fatto che magistratura e politica devono rimanere due universi distinti e separati. Ne consegue che se un magistrato vuole legittimamente fare politica, che sia in Parlamento o per le strade, ha tutto il diritto di farlo, ma prima ha il dovere di spogliarsi della toga. Contrariamente si determinerebbe un cortocircuito democratico.

Lucio Barani (segretario nazionale nPSI)

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Di Staff

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